La questione vaccini è molto calda in questo periodo e ho chiesto al pediatria di parlarcene. Gli ho chiesto di parlarcene dal punto di vista “tecnico”, senza giudizi personali. Io sono assolutamente favorevole alle vaccinazioni ma rispetto la scelta di non somministrare i vaccini ai propri figli. Forse non la capisco fino in fondo ma sicuramente la rispetto.
A seconda del tipo, i vaccini possono essere somministrati: per bocca (ad esempio l’antipolio tipo Sabin); per iniezione intramuscolare (ad esempio i vaccini antipolio tipo Salk, antidifterite-tetano-pertosse, antiepatite B); per iniezione sottocutanea (ad esempio il vaccino antimorbillo-parotite-rosolia).
L’iniezione sottocutanea viene eseguita nella zona antero-laterale della coscia o nel braccio. L’iniezione intramuscolare nei bambini di età inferiore ai due anni viene eseguita nella parte antero-laterale della coscia, cioè nel muscolo quadricipite che è ben sviluppato fin dalla nascita. Nei bambini più grandicelli, in genere dopo i due anni di vita, l’iniezione intramuscolare viene eseguita nel braccio e precisamente nel muscolo deltoide che nel frattempo è diventato abbastanza voluminoso per permettere una iniezione intramuscolare.
Perché non si fanno più le iniezioni intramuscolari nel sedere (muscolo gluteo)? La ragione di questa scelta, che “sorprende” un po’ i genitori all’atto della prima somministrazione delle vaccinazioni, sta soprattutto nel fatto che nei primi anni di vita il muscolo gluteo è scarsamente sviluppato. Pertanto si “rischia” di eseguire una somministrazione del vaccino nel tessuto adiposo anziché nel tessuto muscolare e ciò comporta un minore assorbimento del vaccino somministrato. Inoltre facendo la iniezione nel gluteo si rischia di ledere, anche se non molto frequentemente, il nervo sciatico; per questo motivo, se proprio si rende necessario utilizzare il gluteo, la puntura deve essere fatta nel quadrante superiore ed esterno del gluteo.
Intervalli tra le varie dosi: alcuni vaccini permettono, con una sola dose o un solo ciclo di base, di proteggere contro la malattia per tutta la vita, mentre altri, per mantenere la protezione, hanno bisogno di dosi di richiamo, da ripetere a intervalli regolari di tempo. Niente paura se per motivi contingenti, legati per esempio alla salute del bambino o ad una vacanza, si allungano un po’ i tempi previsti tra le dosi. Non succede assolutamente nulla: gli intervalli pubblicizzati sono sì quelli ideali per avere una buona risposta anticorpale, ma solo in casi eccezionali si deve ricominciare daccapo il ciclo vaccinale. Nessuna conseguenza quindi se si ritarda un po’ la somministrazione del vaccino.
Qualche esempio di comportamento:
Vaccinazione antipolio: qualsiasi ritardo tra una dose e l’altra non richiede mai di ricominciare daccapo il ciclo vaccinale
Vaccinazione antiepatite B: qualsiasi ritardo tra una dose e l’altra non richiede mai di ricominciare daccapo il ciclo vaccinale. Solo se si tratta di soggetti ad alto rischio di malattia, l’intervallo tra la prima e la seconda dose non deve superare i quattro mesi e l’intervallo tra la seconda e la terza dose non deve superare l’anno.
Vaccinazione antitetanica-antidfterica: il ciclo va ripreso dall’inizio se tra la prima e la seconda dose è trascorso più di un anno e se tra seconda e terza dose intercorrono più di 5 anni.
Come comportarsi quando non si conosce o non si è certi dell’avvenuta vaccinazione? Non è una situazione rara, soprattutto in caso di bambini adottati o immigrati in condizioni non regolari. Se le vaccinazioni d’obbligo non sono documentate o nel sospetto della mancata vaccinazione, si consiglia di sottoporre i bambini al solito schema vaccinale, come se non fossero mai stati vaccinati.
Quanti vaccini si possono fare contemporaneamente? Non esiste alcun problema a somministrare contemporaneamente più di un vaccino, anzi la somministrazione contemporanea di diversi vaccini è promossa soprattutto per diminuire il numero delle sedute vaccinali e facilitare quindi l’esecuzione delle vaccinazioni. Non ci sono indicazioni per distanziare, di periodi più o meno lunghi, due vaccinazioni: si possono fare anche dopo 1-2-3-4-10… giorni.
L’unica accortezza è l’associazione di vaccini vivi: o si somministrano contemporaneamente nella stessa seduta o si distanziano di almeno un mese. Il solo limite quindi alla somministrazione contemporanea di più vaccini è rappresentato dalla nostra “pietà” per il povero bambino! Proprio per questo, per venire incontro alla necessità di somministrare più vaccini con meno “buchi” possibili, si stanno sviluppando sempre più le associazioni di vaccini nella stessa siringa.
Sono attualmente in circolazione un vaccino tetravalente (con quattro vaccini incorporati: antidifterite, antitetano, antipertosse, antiepatite B) ed un pentavalente (con cinque vaccini: antipolio tipo Salk, antitetanica, antidifterica, antipertosse, antihaemophilus influenzae). É attualmente in sperimentazione anche un vaccino esavalente (con sei vaccini: antipolio tipo Salk, antitetanica, antidifterica, antipertosse, antihaemophilus influenzae, antiepatite B).