Nella vita è sempre questione di scelte. La vita è una scelta continua. 

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Che perle di saggezza eh? Mi stupisco da sola! La mattina ti svegli e devi scegliere cosa mettere, se non l’hai scelto la sera prima. Devi scegliere la scarpa da abbinare al vestito che hai appena scelto.

Poi ci sono le scelte importanti, quelle vere, quelle per la vita. Stare con uomo piuttosto che un altro. Anzi, prima scegliere un uomo piuttosto che un altro. Quando l’hai scelto devi decidere se tenerlo o cambiarlo, tipo la macchina. Anche la macchina è una scelta. Però l’uomo è la scelta più impegnativa. Poi se subentrano X fattori allora la vita la fa breve e sceglie per te, ma questa è un’altra storia [ne parleremo presto].

Parliamo di scelte consapevoli e non costrette o scelte da altri per te. Certo, perché spesso capita che qualcuno scelga per te e li son cavoli amari perché non sempre son scelte giuste ai tuoi occhi ma ormai non puoi più tornate indietro e accerti la scelta. Ma anche queste scelte sono un’altra storia.

Voglio parlare di scelte “scelte”. Se ci riesco perchè mentre scrivo di scelte mi vengono in mente tante “non scelte”!

Dicevo, le scelte, quelle con la S maiuscola. A che età si iniziano a fare le scelte consapevoli? Non ditemi che voi avete scelto da sempre e sempre con la vostra testa fin da piccoli perché non ci credo. Non rispondetemi che voi lasciate i vostri figli liberi di scegliere già a 5 o 6 anni, se non prima, perchè non ci credo e soprattutto non condivido. Sono bambini e, anche se particolarmente maturi, non sono in grado di assumersi la responsabilità di una scelta.

Ovvio se mi dite che scelgono i vestiti è un altro discorso. Scegliere i vestiti per i bambini è un gioco e ci sta che lo facciano anche a 2 o 3 anni.

Voi a che età avete iniziato a scegliere e a che età lasciate fare una scelta ai vostri figli?

Io ricordo di essere sempre stata una brava bambina, molto pacata, con la testa sulle spalle, ricordo e mi ricordano gli altri. Quindi credo di aver iniziato a far scelte non bocciate dai miei genitori alla fine delle scuole elementari. O giù di li… I primi ricordi nitidi li ho su alcuni fatti accaduti in quinta elementare e prima media.

Tutto questo preambolo perché il mio quasi 11enne si è trovato davanti ad una scelta. Per lui molto importante e che noi non ci siamo sentiti di fare per lui.

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[la passione nasce da piccoli♥]

Giocare in una squadra di calcio, vivaio dell’Inter a 40 km da casa perché è stato notato dagli osservatori e ha passato il provino, quindi con la possibilità tra qualche anno di passare direttamente all’Inter, sua squadra del cuore, oppure restare nella sua attuale squadra, di pari livello dell’altra ma non vivaio di una squadra famosa, a pochi chilometri da casa, con i suoi amici.

Perché non abbiamo scelto per lui? Perché non c’è sembrato giusto. La nostra scelta sarebbe stata dettata dall’egoismo, dalla comodità e dalla non particolare speranza che diventi un calciatore di serie A. Doverlo accompagnare a 5 km da casa, per due giorni, più una partita a settimana è una cosa. Doverlo accompagnare a 40 km da casa per tre volte a settimana più due partite è altra cosa. Considerando il fatto che non abbiamo una baby sitter per i piccoli e che il Puni torna tardi avrei dovuto portare anche i piccoli. Tirate voi le somme.

Ha scelto lui. Una scelta che gli è costata moltissimo ma che ci ha fatto scoprire un Semmy forte e coraggioso. Ha pianto perché non sapeva cosa scegliere. Ci ha chiesto consigli, non dati, in tutti modi, in tutte le lingue, con tutti gli stratagemmi possibili. Lo abbiamo aiutato a ragionare ma siamo stati molto bravi, secondo ma, a non sbilanciarci per non influenzare la sua scelta.

Alla fine ha deciso con la sua testa. Ha valutato l’impegno che gli avrebbe richiesto la nuova squadra, ha pensato alle scuole medie, altro impegno importante, ha pensato alla sua passione e all’opportunità che aveva tra le mani.

E’ stato bravo. Ha fatto davvero un’analisi da “grande”. Secondo voi cos’ha deciso di fare?