È così che, accanto a quella rotta, anche la scarpa ancora integra viene gettata via. Comincia il loro viaggio, sempre insieme, che le conduce dal cassonetto al camion dell’immondizia, fino alla discarica. Qui, arrivano dei “salvatori”, delle persone che, selezionando tra le cose buttate, prendono solo la scarpa buona e la separano dall’altra.
A parlare è proprio lei, la scarpa buona, ed è straziante la sua visione della compagna “di tutta la vita” che “Confusa e ferita, è rimasta indietro per sempre”.
Il suo dolore, la sua ansia, il senso di smarrimento, sono legittimi e per qualche pagina ci tengono son il fiato sospeso.
Fino a che, finalmente, i sacchi entro cui tutti quegli oggetti erano stati riposti, vengono aperti.
La scarpa, assieme a un calzino, spaiato anche lui, viene prelevata, spazzolata, pulita e incartata, come un vero regalo. Non capisce. Come è possibile che una scarpa sola, senza compagna, possa ancora servire a qualcuno?

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La sorpresa aumenta davanti alla faccia felice della piccola Rita, che scarta il regalo e accoglie scarpa e calzino con grande spontaneità e naturalezza.
Le immagini ci fanno presto capire quello i due superstiti ancora non sanno. A Rita la guerra ha portato via una gamba. Al suo posto, per danzare, correre e saltare, la bambina si serve di una stampella verde.
Come quella scarpa, come quel calzino, anche a Rita è stata sottratta una parte di sé, che la faceva sentire completa. Avrà sofferto, questo è certo. La vita le ha già fatto conoscere due cose che nessuno, né adulto né bambino, vorrebbe conoscere mai, tantomeno insieme: la guerra e la perdita. Nel suo caso, anche la disabilità.
Adesso, però, nonostante tutto, guarda avanti.
La straordinaria capacità dei bambini di riassestarsi, di trovare (anche letteralmente in questo caso) un nuovo equilibrio, la loro sete di felicità, la voglia di vivere, di crescere, sperimentare e conoscere il mondo, per fortuna spesso riescono a vincere su tutto il brutto, sulle conseguenze degli sbagli di chi è più grande, forte e potente, ma anche sui limiti fisici e mentali, sui tabù posti da chi pensa solo a quello che si può “ancora” fare e non sa nascondere, nel suo sguardo, una vena di pena. Questo grazie a gesti semplici, come quel regalo, gesti che trasmettono amore, che ridanno fiducia.

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Ora, a vegliare sui sogni di Rita, accanto al suo letto, stanno due amici, scarpa e calzino, nuovamente inseparabili, come lei rinati a una vita nuova. Una vita inaspettata, iniziata quando si pensava che fosse la fine, diversa, ricca di sfumature e prospettive. Speciale, perché è vita. Nella sua saggezza, a volte incomprensibile per noi, la vita ci fa scoprire che anche quando lasciamo indietro una parte di noi che ci sembra importante, irrinunciabile, il dolore piano piano può passare. Superato il peggio, come Rita, non vediamo più quel che abbiamo perso. A poco a poco nemmeno gli altri ci si soffermano più. È allora che si ricomincia a danzare, come Rita, la sua scarpa e il suo calzino, che hanno davanti ancora tanta, tanta felicità da poter conquistare. Quanto all’altra scarpa, alla fine del libro scoprirete che anche lei, dopo tutto, ha trovato un nuovo posto nel mondo.

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Buona lettura

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[Mar Pavón, Fatatrac, 2018. Illustrazioni di Maria Girón. Età di lettura: dai 5 anni]