Cattiverie e critiche… questa settimana ho fatto il pieno!
Però due cose le voglio dire anche io, giusto per chiarire, niente di più…

cattiverie e critiche

Le critiche ci stanno, altroché, le cattiverie un po’ meno ma d’altronde il mondo è pieno di persone tristi e invidiose, non posso farci niente.

Dicevo, le critiche. Si le critiche mi piacciono. No, non sono impazzita. Le critiche aiutano a migliorare e nel mio lavoro sono super utili. Ovviamente devono essere costruttive. Troppo facile criticare e non dare una spiegazione.

“Adri non mi piaci perché…”
“Adri non sono d’accordo perché…”
“Adri non la penso come te perché…”
“Adri quello che scrivi non mi piace perché…”

Ecco, così va bene. Una critica e una spiegazione, binomio perfetto. Da accettare e farne tesoro, anche se può far male. In questo lavoro le critiche sono all’ordine del giorno e servono delle belle spalle larghe per far finta di niente ed essere sempre gentili. Non vi nego che a volte mi verrebbe voglia di rispondere male.
Non lo faccio perché io mi son messa in gioco, io ho deciso di mettere in piazza la mia vita, quindi devo “accettare” di essere attaccata.
Ripeto, ci sta! Con educazione e rispetto, ci sta!

Ci sta anche che se non piaccio nessuno è obbligato a seguirmi.

Chi mi segue e ha seguito la discussione su Facebook  potrebbe pensare che io non accetti le critiche ma vi assicuro che non è così.
In quel caso specifico ho perso un po’ la pazienza perché C. mi ha attaccata su un argomento per me molto delicato. D’altronde Lei conosce solo l’Adriana di Ricominciodaquattro e non quella che ero prima. Lei non può sapere che anche io mi alzavo alle 5 del mattino, sabato e domenica compresi, senza mai fermarmi. Lei non può sapere che anche per me era dura arrivare a fine mese da sola con un figlio.

Lei non può sapere tante cose di me che non sto neanche a spiegare perché non voglio, perché fanno parte del passato, perché non c’è bisogno di una che sia sul web per far pena, perché non fa parte di me piangermi addosso, non l’ho mai fatto e mai lo farò. 

Lei conosce l’ Adriana di adesso (che in realtà di carattere e spirito era anche quella di prima), quella a cui la vita ha sorriso e ha giudicato quello che vede. Ha criticato quello che vede. Ha espresso il suo pensiero. Mi dispiace molto averla irritata, non era certo mia intenzione, ma è successo, pace.

(La vita è una ruota che gira e io ne sono l’esempio, non aggiungo altro)

Comunque Lei ha avuto il coraggio di dirmi in faccia che non le piaccio, non ha certo fatto l’amica. Diretta come un treno senza mezzi termini.

Quello che invece mi fa molto arrabbiare prima e mi lascia senza parole poi, anzi con molta amarezza, è la cattiveria gratuita. La cattiveria senza motivo di quelle persone che fanno prima le amiche e poi sparlano pubblicamente di te. Anzi, scrivono un post di una bassezza imbarazzante, sparando a zero sulle blogger, come lei, solo per cercare di avere più visualizzazioni. 

Dovete sapere che una tizia, che non vi cito, perché è quello che vorrebbe, per un periodo ha fatto l’amica poi, senza motivo, forse per un colpo di caldo (lo spero per lei), ha scritto in un post delle cose che le avevo confidato al telefono (ovviamente al telefono lei era tutto un “Hai ragione, hai ragione), aggiungendo i suoi patetici commenti. Commenti pieni d’invidia e cattiveria. Peccato che si sia dimenticata che io l’ho aiutata con un ottimo lavoro quando lei era agli inizi, ma certe cose è molto semplice dimenticarle.

Un post scritto così, senza un reale motivo, dopo circa tre mesi che non ci sentivamo più e nei quali non è successo niente che potesse giustificare questa pagliacciata. Io MAI nella vita riuscirei a scrivere pubblicamente, anche senza citare il nome,  quello che qualcuno mi confida. Mi vergognerei come un ladro. Mi sentirei sporca dentro. 

Commenti a parte, queste cattiverie gratuite mi fanno pena e anche schifo. Neanche le palle di alzare la cornetta e dirmi in faccia quello che si pensa di me.

Questo fatto mi ha anche molto rattristata. Mi ha fatto riflettere su quanta gente abbia una vita triste e priva di stimoli, tanto da cercare in quella degli altri qualcosa a cui appigliarsi per movimentare la loro.

Detto ciò, come disse Virgilio a Dante:

“Non ragioniam di lor, ma guarda e passa”

Gli Ignavi, mai termine fu più azzeccato per la categoria sopra citata!

Voi ragazze cosa pensate di critiche e cattiverie?

Buon lunedì!