Buongiorno!
Sto scrivendo questo post mentre sono nel letto, con il telefono, non ho voglia di aprire il pc però ho voglia di scrivere.
Rifletto sulla mia domenica appena terminata.
Rifletto sui cambiamenti.
La vita è fatta di cambiamenti ma l’arrivo di un figlio è l’evento che provoca il cambiamento più grande, non c’è niente che regga il confronto.
Parlo di cambiamenti positivi eh, cioè che dovrebbero portare gioia.
Gioia e felicità la nascita di un figlio le porta, eccome se le porta, ma non da sole!
La coppia corona il suo amore con un figlio e poi crolla.
Tutti gli equilibri si sgretolano in un secondo.
Non parlo d’amore, parlo proprio di quegli equilibri interni che fanno andare avanti insieme e bene due esseri umani, uomo e donna.
Quei patti taciti, quelle “sopportazioni”, i compromessi.
Tra me e il Punì tutto bene, non abbiamo mai avuto un equilibrio quindi il delirio post nascita è stata normalità. Scherzo, c’ha colpito, affondato e visto diventare più forti ma questo è un altro discorso.
Ci sto pensando perché il ciclone post nascita ha colpito anche una coppia che io consideravo intoccabile.
Una di quelle coppie che stanno insieme da sempre e non t’immagino lui senza lei.
Mi chiederete cosa c’è di strano. Niente in effetti. Però a me ha fatto pensare. Ripensare.
Ho ripensato al Puni più che a me, nei giorni subito dopo la nascita.
Io ho sclerato tanto, ma tanto, però lui è stato bravo.
Mi ha preso per pazza ma ha capito. Non so fino a che punto abbia capito, diciamo il giusto per stare zitto al momento giusto e questo è fondamentale.
Forse si era informato sul post parto, forse era solo scioccato e non aveva parole, forse non so, ma quei silenzio c’hanno fatto un gran bene.
Io oggi quei silenzi non li ho sentiti e mi si stringeva il cuore perché una donna, sempre, e nel post parto di più, ha bisogno di comprensione.
Compatimento? Va bene anche quello basta che sia silenzio!
Buon lunedì >