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“In un contesto in cui alcune attitudini innate del bambino quali la fantasia, l’immaginazione e la creatività sono mortificate, in cui la curiosità viene imprigionata da rigidi schemi costruiti dall’adulto ed in cui tutto sembra ruotare intorno all’aspetto cognitivo rilegando in un cantuccio l’importanza della relazione e delle emozioni, non potendo accettare passivamente tutto questo abbiamo deciso di proporre un modello di scuola completamente diverso.”

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Questo è quello che pensano gli ideatori de L’asilo nel Bosco e con molto piacere ho deciso di parlarvene perché credo che solo non accettando passivamente tutto ciò che accade intorno a noi si possano cambiare le cose. Inutile lamentarsi che le cose non funzionano se non si fa niente per cambiarle.

L’Asilo nel Bosco è un progetto che nasce dall’incontro di due realtà educative che da oltre quindici anni lavorano per rispondere ai bisogni dei bambini, nel migliore dei modi.
L’Emilio che gestisce un nido e una scuola dell’infanzia, oltre a far parte del circuito internazionale di educazione alternativa Reevo, e l’Associazione Manes che, oltre a numerose attività di formazione, coordina il progetto Maestri di Strada – Pedagogia dei Talenti, un’iniziativa che lavora sull’abbandono scolastico nel delicato quadrante dell’Idroscalo di Ostia.

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L’asilo nel Bosco è costruito un progetto pedagogico e didattico che poggia su cinque basi fondamentali:

  1. Lo spazio esterno come aula didattica privilegiata.
  2. Una grande attenzione alla relazione, nella nostra scuola il rapporto educatore bambino è 1 a 9 e non 1 a 25 come nella scuola dell’infanzia tradizionale
  3. L’esperienza diretta come principio cardine della didattica, come dice un proverbio giapponese molto caro a Bruno Munari e Gianfranco Zavalloni: ”Chi legge dimentica, chi vede e ascolta  ricorda, chi fa impara“.
  4. L’importanza delle emozioni, si può vivere da adulti felicemente senza sapere i logaritmi o senza conoscere la struttura dell’atomo, non si può essere felici senza sapersi relazionare con l’altro e non sapendo amare.
  5. Il gioco come veicolo didattico privilegiato e come strumento comunicativo maggiormente usato.

In questa impostazione, che può sembrare alternativa, non sono trascurati gli obiettivi consigliati dal ministero nelle Indicazioni Nazionali per la Scuola dell’Infanzia. Nei cinque campi d’esperienza su cui il testo consiglia di lavorare, l’approccio del progetto risulta, al termine di accurate osservazioni e valutazioni,  maggiormente efficace dell’impostazione vigente nella scuola italiana.

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Proprio per venire in contro alle esigenze di bambini, di insegnanti e di genitori i fondatori di Asilo nel Bosco hanno deciso di aprire una campagna di crowfunding affinché questo progetto possa essere esportato e replicato in numerose altre città e quartieri.

Come funziona la campagna di crowfunding? Semplice. Tutti possiamo dare il nostro piccolo, grande, contributo per raggiungere la cifra che serve per realizzare il progetto. Per ogni donazione che verrà fatta ci sarà un ringraziamento personalizzato.

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