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Pancione di sette mesi, +12 kg, un compagno super apprensivo, un 8enne al seguito ultra agitato, voglia di viaggiare sempre e comunque, New York arriviamo!

Noi siamo arrivati la mia valigia no! Avete letto bene. La mia valigia non è arrivata. Meglio la mia che quelle di Semmy avrei pensato in una situazione normale,  non in quella.
Guardavo il nastro trasportatore dove scorrono le valigie, quasi pregandolo di far uscire la mia dalla botola, niente la mia valigia non arrivava.
Ne saranno passate cento, duecento, non so bene, di ogni colore e forma, anche simili alla mia ma lei non c’era. Lo sconforto non mi faceva più ragionare, gli ormoni impazziti, ho iniziato a piangere e non ascoltavo più nessuno.
Perché a me? Perché ancora una volta a me? Cos’ha la mia valigia di diverso dalle altre? Mille domande mi passavano per la testa velocissime. Non era la prima volta che me la perdevano, avrei dovuto cambiare valigia, sono scaramantica e me lo sentivo ma ho voluto sfidare la sorte.

Usciamo dal “John F. Kennedy”, aeroporto immenso. Era dicembre, fuori ci aspettava una tormenta che solo a pensarci ho i brividi di freddo. New York nel periodo natalizio ha un fascino indescrivibile, di quelli che ti rapiscono il cuore. Se poi hai anche tute le tue cose, puoi coprirti, non soffrire il freddo, beh è tutta un’altra cosa.
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Arrivati in appartamento il Puni ha cercato di tranquillizzarmi in tutti i modi. “Amore vedrai che domani arriva e ce la portano direttamente a casa”. Non è andata così. I mio bagaglio non è arrivato il giorno dopo ne quello seguente.

La mattina di buon ora siamo usciti. New York era già sveglia, una città che non dorme mai. Una colazione da campioni da Starbucks, non poteva essere diversamente e via per negozi. Non era il nostro programma ma non potevamo far diversamente, avevo bisogno di vestiti pesanti, dell’abbigliamento base. Ero vestita nello stesso modo da 48 ore, non so se mi spiego!

Difficilissimo trovare negozi pre-maman. Sono entrata in una grande catena low cost e ho comprato gli indumenti che potevo adattare alla mia condizione di balenottera. Maglioni, calze, pantaloni, generi di prima necessità per una donna, per di più incinta!!! Per fortuna le taglie americane sono abbondanti. Mi servivano trucchi, intimo, kit per le lenti a contatto. Abbiamo perso una giornata a trovare tutto. Per fortuna mentre giravamo alla disperata ricerca del “necesse” siamo anche riusciti a visitare la Grande Mela, che trasuda storia, attrazioni e quant’altro ad ogni angolo.

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E’ stato comunque un viaggio indimenticabile, meraviglioso, che rifarei subito. Una volta nella vita New York deve essere visitata.

Questo “scherzetto” della valigia mi è costato un bel po’ di quattrini che purtroppo non mi son stati rimborsati perché non avevo l’assicurazione.

Post in collaborazione con Allianz Globale Assistance risponde con  pacchetti assicurativi pensati per occasioni di viaggi o vacanze.