Ho un preadolescente in casa e cerco di sopravvivere.

Un preadolescente in casa

Scrivo questo post dopo circa sei mesi di cambiamenti importanti.
Cambiamenti iniziati con i giusti tempi, senza bruciare le tappe, che ora si son fatti più prepotenti e molto visibili.

Questo è il post di una mamma che si confronta per la prima volta con un mondo nuovo, come accade sempre con il primo figlio. Un mondo che lei stessa ha già vissuto ma che ora è molto diverso. Tante similitudini ma tantissime differenze. Nuovo perché è vissuto dalla parte opposta.

Non mi sono dimenticata di essere stata anche io una preadolescente ma stavolta sono io dall’altra parte.


Se la domanda è “prima non erano evidenti?”, la risposta è “Sì, prima i cambiamenti non erano COSI’ evidenti”.

Quando tuo figlio cambia lo vedi, te ne accorgi, ci sono dei campanelli d’allarme che non puoi ignorare, ma archivi tutto come “è normale, sta crescendo”.

Ogni giorno cresce, ma per noi mamme è sempre ancora piccolo. Cresce, ma è ancora presto per tante cose. Nella nostra testa continuiamo a rimandare. Noi, loro non fanno sconti, vanno avanti inesorabili.

Poi bam, è lì, davanti a te, e ti accorgi che poi tanto ancora piccolo non è.
Ha quasi 13 anni. Ne ha ancora 12 fino ad agosto!
E’ un perfetto preadolescente.

E con un sospiro di sollievo pensi “per l’adolescenza c’è tempo, si ancora tanto tempo”. Certo, accettare la preadolescenza è difficile, pensare all’adolescenza è da suicidio.

un preadolescente per casa

[questa spiegazione non rende giustizia alla realtà, sappiatelo!]

La svolta è stata la seconda media.
L’ episodio chiave è stato il primo giorno di scuola. A questo giorno io attribuisco tutte le colpe (rido mentre lo scrivo).
E’ tornato a casa dopo il primo giorno più spavaldo che mai. Sicuro di sé, a modo suo ovvio, sprezzante del pericolo, polemico più di Sgarbi.
Si sentiva grande!

Ha iniziato a raccontarmi un milione di cose senza prendere fiato, intervallando le frasi con smorfie, gesti e slang che mi hanno lasciato attonita.
Ha terminato dicendomi “Oggi pome esco con Tizio, Caio, Sempronio e andiamo al tal parco perché becchiamo la Tipa di Tizio. No perché (movimento della testa e delle spalle verso il basso come se stesse facendo il bucato a mano) mamma non sai cos’è successo con quella.”
Non lo voglio sapere.

Ho pensato “Ma questo è mio?”. Sì, era mio figlio. Non c’era dubbio. Era quell’innocente creatura che fino alle 7 dello stesso mattino, o quasi, mi guardava con occhi dolci solo per fregarmi.

Lo guardavo anche divertita. Anzi devo aver proprio riso di gusto perché mi ricordo un’offesa atroce. Non si può non ridere.

Quando vedi il tuo preadolescente che si sente grande ti viene da ridere, e ridi, tanto, di gusto. Un riso misto di gioia e paura.

Cosa fare? Niente. Accettare il cambiamento. Accompagnarlo nel cambiamento sperando di non sbagliare.

Sperando di non sbagliare perché la verità è che quando ti gira per casa ballando, cantando canzoni stupidissime, facendo dispetti ai fratellini, non ascoltandoti (perché la testa è sempre in un mondo parallelo al quale non hai accesso) e fregandosene di tutti quelli che lo circondano, l’unica cosa che vorresti fare è disfarlo!

Fondamentalmente bisogna accettare il fatto che non sia più un bambino, è un ragazzino, ed è molto, ma molto, diverso.


Vivere con un preadolescente è come essere ogni giorno sulle montagne russe.

Ci sono giorni che li porti a casa senza particolare fatica, altri che conti i morti e i feriti.

Giorni che lo guardi divertita, sospiri e pensi “passerà”, altri che cadi nello sconforto più totale. (Questi giorni, a casa mia, sono gettonatissimi)

Ci sono giorni in cui capisci che devi aiutarlo, che non può gestire da solo il tornado di emozioni e pulsioni che lo assalgono. Altri in cui pensi che ce la farà, è grande, deve imparare.
Quando capitano questi giorni lo lascia andare “un po’ di più” verso la sua strada, che non può essere la tua, non deve essere la tua.

Giorni in cui il confronto con te ti riempie di soddisfazione, altri in cui scopri che non ti ha detto qualcosa e inizi a farti mille domande sul perché.
Non te lo ha detto semplicemente perché è giusto così.

Ci sono giorni in cui dedica tantissimo tempo alla cura di sé stesso, dal bagno, ai vestiti, ai capelli, e sei fiera del tuo lavoro. Poi capisci che l’ha fatto solo perché vuole uscire.
Sì è così, il rapporto con l’acqua e la cura maniacale avviene solo quando hanno a che fare con altri simili. Questo vuol dire che a casa con te se ne fregano.
Anche in questo caso tu li giustifichi con “Almeno quando è in mezzo alla gente non faccio brutta figura”. 

Certo, penserai proprio questo, lo penerai spesso, in tante occasioni, perché quel preadolescente è tuo e il rischio che faccia una cazzatta senza ritorno è sempre lì dietro l’angolo. E questa è la parte dell’essere genitore di un preadolescente, più difficile da gestire!

Un preadolescente in casa ti aiuta a gestire la fiducia. Tanto preziosa quanto importante. Non puoi non dargliela. Gli serve per crescere, tu lo sai, ma hai paura. La saprà gestire? Ogni giorno in cui non la tradisce è un giorno in più che aggiungi al “sta diventando grande”.

Non voglio spaventarvi.

Avere un preadolescente in casa è anche spassosissimo. Vi farà fare un sacco di risate e vi divertirete anche a prenderlo in giro, è buffissimo!
Riderete fino al mal di pancia per quello che combina e vi darete tante pacche sulle spalle per i suoi successi, che saranno anche i vostri.

Vi do solo un consiglio:

 dimenticate ogni certezza, perché la preadolescenza è incertezza allo stato puro!

(Se questa è anche, in pare, adolescenza, non voglio saperlo. Voglio illudermi che sia ancora lontana)